Il nome rimane quello della moto che Kawasaki lanciò nel 1972 per contrastare il successo di Honda, e anche il carattere rimane quello originale, di una moto nuda, dalle prestazioni esuberanti. Cambia invece lo stile, decisamente contemporaneo da supernaked, con dettagli estetici che la Casa giapponese ama definire design Sugomi. Sulla Z900 la maggior parte degli elementi tecnici svolge un ruolo estetico, dal telaio a traliccio collegato al forcellone posteriore con monoammortizzatore montato orizzontalmente per razionalizzare lo spazio migliorando la centralizzazione dei pesi, fino al motore. Il quattro cilindri in linea, raffreddato a liquido, ha una cilindrata di 948 cc, una forte spinta ai medi regimi e una potenza di 125 CV. Da segnalare la frizione assistita e antisaltellamento sviluppata in collaborazione con il reparto corse superbike, che utilizza due tipi di camme per offrire unzioni non presenti su una frizione standard, e l'airbox sviluppato per ridurre la rumorosità e favorire le prestazioni. Caratteristica è anche la strumentazione, con schermo LCD e la possibilità di selezionare lo stile del tachimetro scegliendo tra i tre differenti proposti.